Ho pranzato con la ex-coinq in un parchetto vicino all’università, con un pazzo che parlava da solo seduto sulla panchina a fianco. Genio.
Poi siamo andate alla fabbrica del cioccolato (qui) per far salire le endorfine, ma era piena di fighetteria da quattro soldi e nessuno ci ha dato retta (grazie mille, STRONZI).
Siamo riuscite a prendere solo un caffè, e per me che bevo due caffè all’anno equivale a tirare una pista di coca (se la coca fa l’effetto che credo, poi che ne so). Quello fatto a casa tanto tanto lo reggo, ma il caffè del bar è il massimo del massimo, praticamente ecstasy. Posso andare a ballare adesso e tornare dopodomani fresca come una rosa. L’ho fatto per dovere, perché devo lavorare e non posso farmi ciondolare la testa dal sonno. Riempito di zucchero e panna, ingoiato a stento, tipo medicina, adesso non so se è suggestione (ehm, non credo) ma mi sento le vene esplodere di pressione, i sensi acuiti e i muscoli tesi. Praticamente un licantropo. Se ingoio una liquirizia mi esplode la vena della tempia.
Eppure invece di lavorare sto scrivendo qui. Brava, Fè.

Divorata (letteralmente) dai dolori psicosomatici (spero siano loro, il secondo pensiero è già ipocondria dilagante) mi sento come quando nei videogiochi prendi l’oggetto magico che ti fa crescere di potenza, di statura, di energia. Succede quando capitano cose un po’ serie e fai l’upgrade nella tua vita, il turning point, sali di livello. Cose belle o brutte, penso che capiti in ogni caso. Devi tirar fuori capacità, fisiche, mentali, qualunque, che nemmeno sospettavi di avere. Ti compaiono dal nulla. Salti sul funghetto e *SBLIMP* upgrade. Se sparavi con una sola pistola, spari con due. Se eri piccolo e lento, diventi grosso e veloce. Se facevi un fulminetto dal dito, spari una palla di fuoco dalla bocca. Gli arcade ci hanno insegnato a vivere, alla fine dei conti, te ne accorgi quando sei bello cresciuto.

Lo so che ogni tanto scrivo cose criptiche, ma non rompete eh? Scrivere qui resta uno dei massimi piaceri della vita, you know.
Altro che caffè.

Love